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Non sono gli Esercizi che fanno migliorare un giocatore, sono i Giocatori che fanno migliorare un Esercizio. RL

giovedì 22 gennaio 2015

LA GESTIONE DEI TALENTI PRECOCI DI MASSIMO CAPUSSOTTO

Quando si ha a che fare con le categorie Pulcini, molto spesso, ci si trova a dover affrontare la gestione di
bambini fra cui vi sono evidenti differenze sopratutto sotto il profilo coordinativo.E' evidente che nella maggior parte dei casi i bambini meno dotati fisicamente sono invece decisamente più avanti dal punto di vista coordinativo,e di conseguenza nei primi anni di attività hanno più facilità ad apprendere e mettere in pratica i gesti tecnici base del calcio; tuttavia non bisogna commettere l'errore da una parte di valutare i bambini solo sotto questi aspetti credendo che anche in prospettiva questi bambini potranno primeggiare, dall'altra di sovraesporli alle attività creando in loro aspettative fuorvianti. L'errore più grave è quello di far disputare "ai più bravi" moltissime partite con lo scopo di vincerle,facendoli ruotare fra i diversi gruppi,questo perchè li si convincerà di essere indispensabili e spesso decisivi,inoltre si concederà ai bambini meno bravi l'alibi derivante dalla presenza del talentino che risolve la partita.Tutti i bambini vanno allenati e fatti giocare, a tutti va data la stessa importanza,tutti devono affrontare problemi ed essere incoraggiati,altrimenti si rischia di perdere di vista l'aspetto formativo per privilegiare l'inutile risultato sportivo in età da scuola calcio. Il talento precoce che viene trattato come un novello Maradona, infatti vivrà una condizione troppo favorevole che non gli permetterà di prepararsi alle difficoltà che incontrerà nella sua carriera, nello stesso tempo il bambino meno bravo non riceverà gli stimoli per lavorare in modo sereno e crescere in maniera adeguata. L'esempio che mi sembra più calzante in merito è il seguente :  prendiamo due bambini di 8/ /10 mesi uno che sappia già correre e l'altro che non riesca ancora a camminare, chi può sapere se dopo due anni sarà il primo o il secondo a correre più veloce? Possiamo forse evitare di insegnare a camminare al secondo? Concludo affermando che nell'interesse di tutti i bambini delle scuole calcio, sarebbe opportuno inserire una regola societaria semplice da trasmettere agli istruttori, ovvero poco interesse per il risultato, grande attenzione alla crescita di tutti i bambini, se si vuole operare nell'interesse di tutti, talenti precoci compresi.

Massimo Capussotto Ds Junior Biellese

lunedì 29 dicembre 2014

ATTIVITA' GIOVANILE: L'EDITORIALE DEL DS DELLA JUNIOR BIELLESE MASSIMO CAPUSSOTTO

Il Direttore Sportivo della Junior Libertas Biellese
Massimo Capussotto
Come primo argomento vorrei affrontare l'attività che le squadre, sopratutto dilettantistiche fanno svolgere ai propri ragazzi fin dai primi anni di gioco. Fatta salva la necessità di un addestramento adeguato ed innovativo, curato da istruttori qualificati, sempre aggiornati ed innamorati del ruolo, sono dell'opinione che il lavoro dell'allenatore se non viene abbinato a delle attività formative adeguate all'età dei ragazzi e al livello cognitivo da loro raggiunto, non potrà concretizzarsi nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. In Piemonte purtroppo sono troppo poche le Società che utilizzano le attività extra campionato per fornire ai propri allenatori degli strumenti indispensabili affinchè possano trasmettere ai propri ragazzi i concetti che li
aiuteranno nella crescita individuale e di gruppo; proviamo a pensare a tornei che prevedano incontri impegnativi (scegliendoli in base al livello della squadra) e nello stesso tempo mettano i giovani atleti a confronto con scuole diverse e li obblighino ad affrontare ad esempio viaggi, pranzi collettivi e quando le condizioni economiche lo permettano, pernottamenti. L'importanza di queste esperienze va interpretata come un utilissimo mezzo attraverso il quale gli allenatori/istruttori possono dimostrare la decisiva importanza dei loro insegnamenti rispetto allo stile di vita che consigliano ai loro atleti, infatti dovendo viaggiare sarà indispensabile andare a dormire presto, dovendo pranzare insieme si potrà chiarire quanto sia utile scegliere gli alimenti adeguati etc...Questi pochi esempi vanno nella direzione formativa per quanti vogliano preparare i propri ragazzi alle rispettive Prime Squadre, laddove il viaggio, lo stile di vita, l'alimentazione divengono elementi decisivi e solo unendo queste attività all'addestramento in campo si può pensare a forgiare dei giovani in grado di affrontare il salto in Prima Squadra senza troppi problemi.

Chiudo augurandomi di produrre un dibattito in merito alla questione, proponendo ad esempio , di predisporre per le squadre, a seconda dell'età, un ciclo triennale sperimentale, laddove si predispongano attività adeguate agli obiettivi prefissati.

Massimo Capussotto Direttore Settore Giovanile Biellese

RAPIDITA' - VISIONE PERIFERICA