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Non sono gli Esercizi che fanno migliorare un giocatore, sono i Giocatori che fanno migliorare un Esercizio. RL

lunedì 14 giugno 2010

Conosciamo meglio il Gallipoli
19.12.2009 00:53 di Rosario Ligato   articolo letto 133 volte
Ciro Ginestra, l'uomo più pericoloso del Gallipoli
Ciro Ginestra, l'uomo più pericoloso del Gallipoli
Simpaticissimi lettori di tuttoreggina.com buonasera.
Dopo la bella vittoria di sabato scorso contro la Triestina, si va a Gallipoli con la voglia di ottenere un risultato positivo e per dare continuità ai risultati. La Reggina, quest'anno, non ha avuto un rendimento costante, ha attraversato momenti difficili alternando vittorie e sconfitte, specie lontano dai propri tifosi.
 
Il clima in casa amaranto non è dei migliori. A Gallipoli non ci saranno i vari Buscè, Volpi, Cassano, Brienza, Valdez, oltre a Costa che è ancora squalificato. Esclusioni importanti, molti di questi lasceranno Reggio Calabria. Del resto, la società ha deciso di puntare sui giovani, su calciatori che hanno stimoli e motivazioni per fare bene. Purtroppo, nel calcio, gli errori di valutazione ci stanno, ma evidentemente il progetto iniziale è fallito.
 
Allo stadio “Via del Mare” di Lecce, dove il Gallipoli disputa le partite casalinghe, il tecnico della Reggina Ivo Iaconi, dovrebbe mandare in campo la stessa formazione che ha battuto la Triestina. Dovrebbe partire dalla panchina il rientrante Barillà, con Morosini e Carmona a formare la cerniera di centrocampo. Tridente d'attacco con Missiroli, Bonazzoli e Pagano, mentre, a difendere la porta di Marino, ci saranno Capelli, Cascione e capitan Lanzaro, aiutati nella fase difensiva da Rizzato sulla sinistra e Adejo a destra.

Proviamo ora a conoscere meglio il nostro avversario di turno, alias il Gallipoli, città conosciuta più per le attività turistiche (visto il suo bellissimo territorio che si affaccia sul mar Ionio e che ogni anno attrae migliaia di turisti soprattutto nella stagione estiva) che per le manifestazioni calcistiche, non dimentichiamo che Gallipoli è una città di 21 mila abitanti e che pochi anni fa partecipava ai campionati dilettantistici.
 
Il Gallipoli Calcio nella sua storia ha sempre militato nei campionati regionali fino alla stagione 1973/74 quando partecipa per la prima volta in un campionato di Serie D. La nuova avventura dura soltanto un anno, in quanto a fine campionato retrocede nuovamente nelle serie minori, i pugliesi però, non demordono riconquistando la serie appena lasciata appena un anno dopo, il 23 maggio 1974.
 
Dopo 4 campionati in D il Gallipoli, nella stagione 77/78, giunge alla vittoria del campionato ottenendo la prima promozione in C della sua storia. La prima annata tra i professionisti si chiude con una salvezza al cardiopalma, ma la gioia per questa insperata salvezza presto farà posto alla grande delusione in seguito alla mancata iscrizione al campionato di C2 1979/80 a causa di inadempienze finanziare: si riparte dunque dalla Prima Categoria. Il Gallipoli non riuscirà negli anni seguenti a raggiungere campionati nazionali, e nella stagione 98/99 la società giallorossa viene radiata dal campionato in seguito al rifiuto di scendere in campo in tre partite.
 
Dopo la radiazione, ci pensa Antonio Vallebona a costituire nel 1999 la nuova società, riportando in due anni la squadra in Eccellenza. Nel 2002 arriva la svolta, in quanto l'imprenditore petrolifero Vincenzo Barba rileva l’intera società, con l’ambizione di riportare la formazione giallorossa nel calcio che conta. La sua prima stagione si conclude con un discreto sesto posto, ma per la stagione 2003/2004 il patron prepara una corazzata guidata dal tecnico Antonio Toma che stravince il campionato, riottenendo la serie D dopo 25 anni.
 
Anche per la stagione seguente, il 2004/05, il presidente Barba non bada a spese fornendo al tecnico Giugno, una vera e propria corazzata, che annovera tra le sue fila l'attaccante Ignacio Castillo, considerato il più forte di tutta la serie D, affiancandolo a Riccardo Innocenti (insieme faranno 45 gol). Come nelle previsioni, il Gallipoli conduce il campionato interamente in vetta, ottenendo la matematica promozione in C2 il 1° maggio.

Un famoso proverbio dice “non c’è due senza tre ed il patron Barba non intende smentirlo. Infatti, ingaggia come allenatore Gaetano Autieri, puntella l’organico con calciatori esperti di categoria riconfermando anche Castillo, nonostante le tante richieste ricevute. Anche in questa stagione, il Gallipoli conduce il campionato saldamente in testa, ottenendo la terza promozione in tre anni. A dimostrare la qualità dell’organico, i pugliesi, oltre alla promozione in C1, conquistano anche la Coppa Italia di Serie C, battendo nella doppia finale la Sanremese.
 
Nel primo anno di C1, il presidente Barba riconferma in panchina mister Autieri, ma rinuncia a molti calciatori protagonisti della splendida annata 2005/2006, vedi Castillo, Raimondi e Innocenti. La stagione si rivela molto difficile per il Gallipoli, che non riuscirà mai ad entrare in zona playoff, alla quale si aggiunge anche la crisi di risultati che è perdurata da gennaio 2007 fino alla fine del campionato. Il Gallipoli chiude al decimo posto.
 
Per la stagione 2007-2008 Barba opera un'autentica rivoluzione, in panchina sceglie Dario Bonetti, riconfermando soltanto 8 giocatori della rosa passata. Il Gallipoli disputa una grande prima parte di stagione, posizionandosi in piena zona play-off, ma l’allontanamento del mister, alla 26° giornata, per incomprensioni con l’ambiente infligge alla rosa un duro colpo. Infatti, con l’arrivo di Patania, la squadra impatta in un incredibile crollo sia fisico che mentale, totalizzando in 6 partite un solo punto, concludendo il campionato al nono posto.
 
La voglia di riscatto porta Barba ad operare una rivoluzione in società per la stagione 2008/2009: al posto del ds Pagni e Patania vengono chiamati Gino Dimitri, ex responsabile dell'area tecnica del settore giovanile del Lecce, e il “principe” Giuseppe Giannini. La squadra, che combina giovani promettenti ed elementi esperti della categoria e di fiducia del tecnico, punta decisamente alla promozione in Serie B.
 
In campionato il Gallipoli mantiene un rendimento costante. La formazione ionica può contare su un organico molto valido, che ha in Ciro Ginestra e Francesco Di Gennaro due prolifici attaccanti, cui si aggiungono il regista David Mounard, i centrocampisti centrali Gennaro Esposito e Giuseppe Russo e una difesa di spessore, guidata dal portiere Generoso Rossi.

Il Gallipoli si insedia solitario in vetta alla classifica sin dalle prime giornate, con 16 punti dopo sole 6 partite. È il periodo tra dicembre e gennaio che consolida il Gallipoli tra le pretendenti alla promozione in Serie B. La squadra giallorossa in casa ha un rendimento molto positivo, ma rispetto alla stagione precedente decisivo è anche il rendimento in trasferta.
La gioia definitiva per i tifosi gallipolini arriva il 17 maggio 2009, quando i giallorossi, davanti a 7.000 spettatori , battono tra le mura amiche 3-2 la Real Marcianise. Per i salentini si tratta così del primo approdo in Serie B nella loro storia: così facendo il Gallipoli è la quarta salentina, dopo il Lecce, il Taranto e il Brindisi, ad accedere alla serie cadetta.

Dopo la fantastica promozione però, il presidente Barba chiede l'aiuto a imprenditori della zona per essere affiancato nella società, consapevole che la serie B è un campionato molto oneroso. Minaccia di lasciare la squadra, facendo vivere, ai tifosi gallipolini, un estate al cardiopalma. Il 9 agosto il Gallipoli, nella partita della seconda fase di Coppa Italia contro il Lumezzane, giocata fuori casa, manda in campo la squadra primavera e subisce una netta sconfitta per 6-0.

L'11 agosto il presidente decide di lasciare l'incarico e ufficializza la cessione al gruppo di D'Odorico. A meno di dieci giorni dalla prima partita di campionato , il Gallipoli riparte, con D'Odorico presidente e Vittorio Fioretti come responsabile del calciomercato. Viene riconfermato Giannini nel ruolo di allenatore e la susseguente partenza in ritiro dei 3 giocatori in rosa più 5 elementi delle giovanili. Nella settimana che segue sono perfezionate molte operazioni di calciomercato, allo scopo di allestire la rosa per l'imminente inizio del campionato di Serie B.

Nella stagione in corso, la squadra di Giannini staziona a quota 22 punti, insieme alla Reggina, in casa la squadra ionica ha vinto soltanto 2 volte, pareggiando 3 e perdendo 3, mentre in trasferta, le vittorie sono state 3, con 4 pareggi e 3 sconfitte. In casa, i giallorossi segnano poco, solo 4 le reti messe a segno finora, dato molto importante che evidenza la difficoltà dei gallipolini di andare in rete.

L'allenatore dei giallorossi prende il nome di Giuseppe Giannini, ottimi trascorsi da calciatore. Ha allenato: Foggia, Sambenedettese, i rumeni del Arges Pites, Massese, Giannini non ha un sistema di gioco standard, ma adatta il modulo ai calciatori a disposizione. La rosa del Gallipoli non è eccelsa, i giocatori di maggiore qualità sono: gli attaccanti Ginestra e Di Gennaro, il fantasista Mounard, i centrocampisti Mancini e Pederzoli, i difensori Abbate (squalificato) e Pallante. Tra le file dei giallorossi fanno parte ottimi giovani di valore come l'attaccante Di Carmine, i difensori Sosa e Tagliani. Non sembrano avere la forma di un tempo i vari: Grandoni, Daino, Scaglia e D'aversa, anche se sono elementi che hanno tanta esperienza sui campi di gioco.

Contro la Reggina, mister Giannini dovrebbe mandare in campo la seguente formazione: (4-3-3) SCIARRONE, SOSA, GRANDONI, PALLANTE, SCAGLIA; MANCINI, PEDERZOLI, D'AVERSA; MOUNARD, GINESTRA, DI GENNARO.
Una serena buonanotte e buona partita a tutti.
Conosciamo meglio il Cesena
14.01.2010 22:24 di Rosario Ligato   articolo letto 112 volte
Carissimi amici buonasera. Sabato 16 gennaio alle ore 15.30, allo stadio "Granillo" di Reggio Calabria, si disputerà la gara tra Reggina e Cesena, valida per la 22a giornata, prima di ritorno, del campionato di Serie B TIM 2009 - 2010. Nell'incontro di andata, giocato al "Dino Manuzzi" di Cesena, si impose la Reggina per una rete a zero, gol siglato allo scadere dal giovane amaranto Viola.

Una vittoria, quella degli amaranto, che sembrava voler essere l'inizio di una lunga cavalcata verso la serie A. Il Cesena, invece, si presentava a questo campionato con un ruolo ben definito, quello della "Matricola terribile. Col girone di andata alle spalle, i ruoli si sono invertiti, il Cesena si trova nei quartieri alti della classifica: 3° con 35 punti, conquistati con 9 vittorie e 8 pareggi, la sconfitta è pervenuta 4 volte.

Dei 35 punti sul groppone, solo 11 sono stati conquistati lontano dal "Manuzzi, con 2 vittorie e 3 pareggi. La formazione emiliana dispone della migliore difesa del torneo con solo 12 gol subiti, un vero e proprio bunker, mentre, i gol realizzati sono 28, di questi, solo 5 segnati in trasferta. Sicuramente la compagine bianconera rende meglio tra le mura amiche.

Il presidente di questa squadra, fondata nel 1940 dal conte Alberto Rognoni che ebbe l'idea di creare una società di football con i colori dello stemma cittadino, prende il nome di Igor Campedelli. Quest'ultimo, 2 anni fa affidò la squadra ad un tecnico emergente, alias Pierpaolo Bisoli che vinse il campionato di prima divisione e venne riconfermato sulla panchina emiliana nell'attuale campionato di serie B.

Bisoli è stato un discreto centrocampista di serie A e B, ha militato in diverse società, tra cui: Pistoiese, Cagliari, Brescia, Perugia, Empoli. Dalla stagione 03/04 ha intrapreso la carriera di allenatore partendo dai dilettanti della Porretana. Poi Fiorentina come vice Zoff, Prato per 2 stagioni e dall'agosto del 2008 siede sulla panchina dei bianconeri. Una breve e veloce scalata che lo sta portando fino alla massima serie. Il suo Cesena, infatti, si trova al terzo posto, e il sogno della doppia promozione potrebbe diventare realtà.

La rosa dei bianconeri può contare in più di 30 elementi, quasi tutti utilizzati. Il Cesena è una squadra che gioca a memoria, è una formazione compatta, impenetrabile( i 12 gol subiti in 21 partite ne sono la dimostrazione), grintosa e sbarazzina. Il dinamismo e la corsa sono le 2 qualità che spiccano maggiormente nella compagine bianconera.

Mister Bisoli può contare su alcune individualità importanti, tra le quali: il portiere Antonioli, ex Bologna, Milan, Roma, Sampdoria, tra i migliori estremi difensori della categoria, una sicurezza, un muro di cemento armato. La difesa è il fiore all'occhiello della formazione di Bisoli, si distinguono i 2 centrali Volta e l'ex Lauro. Buoni difensori sono anche Petras e Biasi.

A centrocampo, l'elemento migliore del Cesena prende il nome di Matias Schelotto, nazionale under 21,molto richiesto in serie A. La mediana bianconera dispone di elementi di qualità come Giuseppe Colucci (infortunato) e il sempreverde Piangerelli. Ottimi "segugi" di centrocampo sono: Segarelli, De Feudis e il mancino Parolo, quest'ultimo, giocatore con un ottimo tiro dalla distanza e abile negli inserimenti.

In attacco, Bisoli può contare sull'esperienza di Bucchi, sulla velocità di Do Prado e sull'imprevedibilità di Giaccherini, Malounga, invece, è infortunato. Delle 28 reti realizzate finora, 6 prendono la firma di Do Prado, 5 sono state segnate da Schelotto e 4 da Giaccherini.

Contro la Reggina il tecnico emiliano Bisoli ha convocato i seguenti calciatori: PORTIERI Antonioli, Tardioli; DIFENSORI Biasi, Fonte, Lauro, Petras, Volta; CENTROCAMPISTI Ambrogetti, De Feudis, Giunchi, Parolo, Pedrelli, Rosseti, Schelotto, Segarelli; ATTACCANTI Bucchi, Do Prado, Espinal, Giaccherini, Tattini. Non sono disponibili gli infortunati Chiavarini, Cusaro, Righini, Matute, Djuric, Bonura, Franceschini, Piangerelli, Ceccarelli, Colucci, Malonga e Castiglia (infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio sinistro).

Probabile formazione ( 4-3-2-1) Antonioli, Schelotto, Volta, Lauro, Biasi; Segarelli, De Feudis, Parolo; Do Prado, Giaccherini; Bucchi. All. Bisoli

L'arbitro della gara tra Reggina e Cesena sarà il signor Gianluca Rocchi di Firenze. Buona partita a tutti.
Conosciamo meglio il" Toro"
22.10.2009 00:36 di Rosario Ligato   articolo letto 69 volte
17 punti in classifica, frutto di 5 vittorie, (in casa con Empoli e Albinoleffe, in trasferta con Grosseto, Salernitana e Ascoli), 2 pareggi, ( a Frosinone e in casa con l'Ancona) e 3 sconfitte, (a Brescia, in casa con Padova e Modena).
16 gol fatti e 8 subiti, la squadra del presidente Cairo è una corazzata, formazione favorita per stravincere il campionato di serie B.

Blasone indiscusso, il Torino vanta ben 8 scudetti di cui 1 revocato, 5 coppe Italia .
La storia del Torino calcio è molto lunga, tante vittorie e successi, l'apice fu raggiunto negli anni quaranta: un momento d'oro, era l'epoca del GRANDE TORINO , formazione fortissima, capace di vincere ben 5 scudetti consecutivi. Tutti i tifosi granata ricordano ancora oggi quella formazione vincente: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola.
Il 4 maggio del 1949, l'aereo che trasportava l'intera squadra, di ritorno da una amichevole giocata a Lisbona, a causa di una fitta nebbia e di un guasto all'altimetro, andò ad infrangersi contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga, morì l'intera squadra.

Dopo quel terribile incidente, il Torino ebbe anni davvero difficili, la tragedia di Superga segnò tutto il popolo granata, la ripresa fu lenta e piena di insidie.
Dopo anni di anonimato il Toro rivinse lo scudetto nella stagione 75/76.
Poi tanta B e A senza mai lasciare il segno.

Dopo la retrocessione in serie B della passata stagione, il Torino si tuffa in questo campionato con la convinzione di poter dettare legge in tutti i campi, la rosa a disposizione del tecnico Stefano Colantuono è di assoluta qualità, spiccano alcune individualità come Rolando Bianchi e David Di michele.

Il pubblico granata è uno dei più calorosi di tutto l'ambiente calcistico, un tifo sempre molto appassionante, 12° uomo in campo.

Tatticamente il Torino si dispone con un 4 3 1 2 , le alternative per Colantuono sono infinite anche se contro la Reggina mancheranno sicuramente i vari Coppola, Zanetti e Gasbarroni, mentre Berlingheri, Vailatti e Rivalta sono in forte dubbio.
Imbarazzo della scelta dunque per Colantuono, in difesa ballottaggio tra Zoboli, Loria, Pratali e Ogbonna che si contenderanno 2 maglie, sicuri di giocare invece gli esterni di difesa: Colombo e Rubin, nella mediana ci sarà spazio per Loviso in cabina di regia, supportato a destra dall'ex Diana e a sinistra dall'austriaco Saumel, dietro le punte sarà ballottaggio tra l'argentino Gorobsov e l'ex di turno Leon, in avanti ci saranno i confermatissimi Di Michele e Bianchi, con Vantaggiato pronto a subentrare nella ripresa.

Il Torino è una squadra di qualità, non sarà facile uscire indenni dall'Olimpico, i granata hanno un gioco avvolgente, senza punti di riferimento, molto forti nel gioco aereo.
La squadra di Colantuono non vince in casa dal 12 settembre, Torino-Albinoleffe 2 a 1, ma è un dato che non ha molta rilevanza viste le notevoli qualità tecniche a disposizione.
Venerdì sera Novellino si giocherà la panchina proprio contro la sua ex squadra, un pensiero mi sorge spontaneo: il presidente Cairo infliggerà il suo terzo esonero a WAN in 2 anni?
Buona partita a tutti
Un pensiero speciale per: "uno di noi"
27.12.2009 16:36 di Rosario Ligato   articolo letto 288 volte
In occasione delle festività natalizie, le nostre case si trasformano in ambienti di festa, di unione, di aggregazione, di concordia. Le famiglie tornano ad essere numerose, complete dei suoi effettivi, infatti, da ogni parte del mondo, si torna al paese per festeggiare la nascita del Signor, aspettando l'inizio del nuovo anno, sperando sempre sia migliore dell'anno che se ne va.

Le case si riempiono di colori, di presepi che ci vogliono far ricordare la nascita del Bambinello Gesù in quel di Betlemme, di alberi di Natale che vogliono essere il simbolo della vita. Case accoglienti, riscaldate da un fuoco sempre acceso di un camino, un fuocherello che, oltre a riscaldare un ambiente freddo per le rigide temperature di questo periodo, vuole riscaldare il cuore di tutte le persone: di tutte le razze, di tutte le mentalità e abitudini.

In questo periodo si sa, si mangia tanto, troppo, di tutto. Il celebre-attore, cabarettista calabro-piemontese Franco Neri, racconta che, nella sua casa di Soverato, il pranzo inizia alle 8 di mattina e finisce a mezzanotte del giorno dopo, beh, anche nelle nostre case si assiste ad un fenomeno simile, ad una tradizione radicata nel tempo che rende, la Calabria, famosa in tutto il mondo, del resto, i vari: petrali, stomatico, crespelle, panettoni, torroni, “frittuli e curcuci”, fanno gola a tutti.

Il periodo delle festività natalizie è anche il periodo dei regali, Babbo Natale in questi giorni sta girando in tutto il mondo per riuscire a consegnare un regalino anche a quei bambini che vivono in posti disagiati del terzo mondo: è Natale anche per loro. Noi, non possiamo fare molto per questi bambini, ma questa è una buona occasione per regalare un pensiero speciale a tutti coloro che vivono nella povertà, nella sofferenza e nella malattia.

In termini sportivi e su questo sito, vogliamo regalare un articolo ad un giocatore che, negli anni si è distinto per: grinta, attaccamento alla maglia, carattere, capacità di combattere in momenti delicati del campionato, un giocatore che non si è mai nascosto quando le cose andavano male, un calciatore che ha sempre avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.

Gentili lettrici, gentili lettori, stiamo parlando del "Cinghiale": alias Maurizio Lanzaro che dal 27 maggio del 2007 è cittadino onorario della città di Reggio Calabria. Il nostro Maurizio è un ragazzo molto umile, dal 2005 indossa con grande amore e gioia la maglia della Reggina. Originario di Avellino, dove viene al mondo il 14 marzo dell'anno dei mondiali di Spagna che hanno visto la nostra nazionale trionfare per la 3a volta.

Si avvicina sin da piccolo al mondo del calcio giocando nella squadra del paese. Viene acquistato dalla Roma e portato nella città capitolina dove compie tutta la trafila. Il giovane Maurizio promette bene e viene fatto esordire in serie A a soli 16 anni, in occasione di Piacenza Roma del 9 maggio del 1999. Nel 2001 viene mandato in prestito al Verona in serie A dove colleziona 4 presenze. Poi Palermo, Cosenza, Empoli, Salernitana, prima di approdare in quel di Reggio Calabria, città della squadra dove milita attualmente.

In questi 4 anni e mezzo di Reggina, Lanzaro ha sempre dato tutto nel rettangolo di gioco, ha disputato ben 114 partite di serie A, e sempre con la massima predisposizione al sacrificio. Le sue migliori stagioni sono state dal 2006 al 2008 sotto la guida di uno stratega che prende il nome di Walter Mazzarri.

Il "cinghiale" è un difensore massiccio, abile in marcatura, molto forte di testa. Nella Reggina, Maurizio ha ricoperto tutti i ruoli della difesa, da terzino destro, a centrale puro, anche se, si esprime al meglio giocando come centrale destro in una difesa a tre. Senza dubbio, la sua qualità migliore è la forza fisica.

Quest'anno, nonostante la retrocessione in serie B, Lanzaro ha sposato la causa amaranto, ribadendo più volte la sua volontà di rimanere in riva allo stretto, dichiarazioni che gli fanno onore. I tifosi lo adorano per la sua grinta, per la sua combattività. Nonostante una tecnica individuale di base limitata che non gli permette di fare delle giocate alla Maicon, il nostro Maurizio è sempre in campo, compensando con le caratteristiche sopra menzionate. Da qualche mese indossa l'importante fascia di capitano.

Il nuovo anno è ormai alle porte e il campionato ricomincia. Auguriamo a Lanzaro di rimanere ancora tanti anni in riva allo stretto, in mezzo a quei tifosi che lo amano tanto, per condividere con loro tanti momenti di gioia e di felicità. Dalla redazione di tuttoreggina.com vogliamo fare a Lanzaro i nostri più sinceri auguri di buone feste e felice anno nuovo.
Si prosegue verso un'unica direzione: Rifondazione
27.12.2009 05:27 di Rosario Ligato   articolo letto 440 volte
Il capitano della Reggina, Maurizio Lanzaro
Il capitano della Reggina, Maurizio Lanzaro
Gentilissimi lettori buongiorno.

La linea tracciata dalla società è chiara, a gennaio sarà rivoluzione. Il presidente Foti appare più carico che mai, le voci che lo davano per finito, annientato, stanco, distrutto dalle ultime vicende, pronto a vendere la società, sono solo parole collocabili in un film di fantascienza. Lillo Foti a scanso di equivoci: è stato, lo è, e sarà il presidente della Reggina ancora per molto tempo.

Fin dall'inizio di questa stagione, i rapporti con l'ex ds Martino non apparivano idilliaci, non sappiamo di certo quale sia stata la scintilla che ha provocato questa scissione. Un legame nato tanto tempo fa, unito come una coppia di sposi fresca di matrimonio, un binomio inscindibile che ha portato tanti successi e trionfi, mosse di mercato esemplari.

Col tempo, però, questo rapporto si è man mano deteriorato, concluso con l'esonero del ds dopo l'allontanamento di Novellino. Sicuramente le scelte di mercato fatte da Martino negli ultimi periodi non sono state sempre avallate dal presidente, ma a volte si sa, un rapporto è destinato a finire a prescindere da tutto, e i divorzi sono all'ordine del giorno, le cause possono essere molteplici, alcune volte futili.

Il presidente Foti, intervistato più volte in queste settimana, appare determinato e pronto ad invertire la rotta. Ha promesso ai suoi tifosi che la squadra sarà rivoluzionata notevolmente, affermando che la formazione titolare potrebbe essere cambiata per 5/6 undicesimi.

Alla base di quanto visto fin qui, possiamo immaginare che la lista dei sicuri partenti sarà lunga, dovrebbero lasciare la città "del sole": il portiere Cassano, in rotta con i tifosi e con se stesso, visto il basso rendimento avuto dopo 19 giornate di campionato; i difensori Santos e Valdez, in notevole difficoltà in questa categoria; i centrocampistiVolpi e Buscè, collezionisti di contratti "belli pesanti" più che calciatori in grado di fare la differenza; gli attaccanti Brienza e Cacia, il primo, in netta crisi psicologica dopo il rigore sbagliato con l'Udinese, il secondo, molto sopravvalutato, giocatore che, dopo l'infortunio alla gamba patito in quel di Firenze, non si è più ripreso.

Si punterà dunque, su quei calciatori che hanno e avranno mille motivazioni per far bene, ci vengono in mente i vari: Missiroli, Barillà, Bonazzoli, Pagano, Carmona, Morosini, Lanzaro, Costa, Adejo, Rizzato, Cascione, i fratelli Viola. In sede di campagna acquisti, di nomi, se ne sono fatti tanti, alla luce di questa pesante scrematura dell'organico il presidente Foti si concentrerà prima di tutto sul portiere, si parla di un ritorno di Puggioni, oppure di Squizzi o Avramov.

La difesa è stata l'anello debole della compagine dello stretto, Lillo Foti dovrà intervenire portando a Reggio Calabria almeno 2 difensori di categoria, che voci di corridoio indicano in: Talamonti, Pellegrino e Peluso dell'Atalanta, società in ottimi rapporti con la Reggina. Sulla mediana gli amaranto necessitano di un centrale di qualità, potrebbe essere Fabio Caserta, giocatore nativo di Melito Porto Salvo, calciatore che, secondo noi, sarebbe l'ideale per innalzare il livello di qualità di un centrocampo che annovera calciatori con caratteristiche prettamente difensive.

Crediamo che il tecnico amaranto Ivo Iaconi, punterà ancora sul 3 4 3, e alla luce della probabile partenza di Buscè, il presidente Foti dovrà rimediare da qualche parte un esterno di destra di tutto rispetto (Madonna?) ,si parla di uno scambio con il Livorno che porterebbe Buscè in Toscana e Marchini in Calabria.

Lillo Foti dovrà concludere la sua opera acquistando le bocche di fuoco che dovranno garantire alla Reggina un certo numero di gol. Sono, infatti, almeno 2 gli attaccanti che dovrebbero sbarcare in riva allo stretto, (Calaiò?) per formare un reparto che comprenderà anche i riconfermati Bonazzoli e Pagano.

Non ci resta che attendere fino al 2 gennaio, giorno in cui si apriranno le danze del calciomercato, dove, la nostra Reggina, sarà sicuramente protagonista. Una Reggina col botto. Buon capodanno a tutti

Reggina Double-Face
19.12.2009 20:49 di Rosario Ligato   articolo letto 402 volte
© foto di Federico De Luca
Epilogo amaro in quel di Gallipoli. La Reggina, dopo un primo tempo discreto e dove era passata pure in vantaggio, crolla nella ripresa sotto i colpi di un modesto Gallipoli. Si torna a casa dunque con le ossa rotte, un vecchio detto calabrese recitava: " cu culu ruttu e senza cirasi".

Su questo sito, abbiamo sempre difeso la squadra. Nonostante i risultati altalenanti degli amaranto, abbiamo sempre esortato la gente ad avere un pò di pazienza, consapevoli delle difficoltà di una squadra costruita per vincere, sottovalutando non poco un campionato durissimo come la serie B.

Gallipoli era una tappa fondamentale per dare continuità ai risultati, per dare al gruppo la consapevolezza di essere forte, per dare manforte alle belle parole spese da noi tutti dopo la partita di 7 giorni fa. Prontamente però, veniamo smentiti, e tutte le certezze costruite finora vengono annientate da una prestazione vergognosa di tutti gli elementi che compongono la squadra amaranto. Oggi, non salviamo nessuno, da Marino, all'ultimo panchinaro.

E' la doppia faccia della Reggina, dobbiamo accettare questa realtà che vede questa compagine passare da: buone prestazioni che illudono tutto il popolo amaranto, facendogli pensare che i play off sono un obiettivo raggiungibile, a prestazioni come oggi che ti verrebbe la voglia di spegnere il televisore o cambiare canale.

Di chi le colpe di questa annata vissuta nell'anticamera del fallimento? Di tutti, nessuno escluso, dal presidente ai tifosi. Adesso, bisogna che ognuno si assumi le proprie responsabilità, cercando di salvare il salvabile, sperando che il male non si trasformi in peggio, e per peggio mi riferisco alla Prima Divisione, dopotutto, l'esperienza ci suggerisce che: di squadre costruite per vincere il campionato e che poi sono retrocesse, ne abbiamo viste tante.

Alla luce di questa sconfitta, su un campo tutto tranne che ostico, non possiamo certo trarre delle conclusioni, sicuramente possiamo dire che: il principale errore commesso della società amaranto è stato quello di valutare il potenziale dei suoi calciatori in modo diverso dalle reali potenzialità che essi hanno. Molti, sono stati sopravvalutati; molti, non avevano gli stimoli giusti per sposare il progetto della società. Molti, sono stati mandati in campo solo per fargli collezionare presenze in modo da far lievitare il prezzo del cartellino.

La rosa della squadra è strutturalmente costruita male. Una compagine che deve vincere il campionato, deve andare in campo cercando di comandare il gioco dal 1° minuto al 95°. In ogni partita fin qui disputata, però, nelle formazioni mandate in campo da Novellino prima e Iaconi poi, vi sono sempre ben 8 undicesimi che sanno svolgere (e non sempre bene) solo la fase difensiva. Impensabile poter ammirare un gioco gradevole senza avere elementi che sappiano dare del tu al pallone, specie in mezzo al campo. Paradossalmente, in serie A questo organico, renderebbe meglio che in serie B proprio perchè, cambia il sistema di gioco da adottare, nella massima serie quasi sempre di rimessa.

Nel calcio, come nella vita, niente avviene per caso, analizzando le varie squadre che disputano questo campionato, possiamo notare che molte di queste, giocano in modo sbarazzino, mandando in campo ben 4/5 elementi offensivi. Impensabile vincere senza mai calciare in porta e senza attaccare. La Reggina è una squadra che attacca poco e male, e quando lo fa, prende gol in contropiede, proprio perchè, le caratteristiche dei suoi calciatori non prevedono questa fase di gioco.

Una canzone scritta da Umberto Tozzi, un brano che molti di voi conosceranno, diceva: "Si può dare di più", un brano musicale vincitore del festival di San Remo del 1987. Beh, il titolo di questo brano dovrebbe essere inculcato nelle menti di ogni calciatore che sta indossando la maglia amaranto. Si può e si deve dare di più. Tutto il popolo amaranto vuole di più da questi calciatori che, se non lo sanno, glielo ricordiamo noi: rappresentano la città di Reggio Calabria, la provincia tutta e tutti i reggini sparsi nel mondo.

Concludo dicendo che, a gennaio, in occasione del calciomercato cosiddetto "di riparazione", assisteremo ad una vera e propria rivoluzione, augurandoci che, almeno questa volta, le valutazioni vengano fatte in linea con la realtà, Chiediamo inoltre, al presidente che: calciatori di seconda divisione, con tutto il rispetto per questa categoria, vadano a giocare in quella dimensione, senza farli passare per giocatori di serie B, qualcuno anche di serie A, sol perchè costano poco meno di niente. Caro presidente: "A roba bona custa". Buonaserata a tutti
Reggina battuta. Chapeau al Sassuolo
08.12.2009 20:10 di Rosario Ligato   articolo letto 334 volte
© foto di Federico De Luca
Signori e signore buonasera. Stasera, purtroppo, ci tocca commentare una pesante sconfitta che ci lascia l'amaro in bocca dopo le 2 vittorie consecutive contro Brescia e Ascoli. Oggi, però, dobbiamo inchinarci allo strapotere della compagine sassolese, una squadra ben organizzata, solida e spietata. Il calcio d'altronde, non è una guerra, ma uno sport dove, a volte si vince e a volte si perde. Dobbiamo saper incassare questa sconfitta, consapevoli che, oggi, il Sassuolo ci è stato superiore.

Contro gli emiliani, il tecnico Iaconi presentava una formazione identica alle 2 precedenti partite per quanto riguarda la predisposizione tattica, ma diversa nella scelta degli uomini. Rientravano infatti dalla squalifica Lanzaro e Cascione in difesa che completavano il reparto con il brasiliano Santos (orrenda la sua prova). A centrocampo venivano scelti: Morosini a destra, Carmona e Barillà centrali e Rizzato a sinistra. Il tridente offensivo era composto dal rientrante Brienza, Pagano e Cacia, quest'ultimo sostituiva l'infortunato Bonazzoli, assenza che si è rilevata pesantissima.

Con la massima sincerità, qualità che ci contraddistingue, commentiamo questa partita senza voler nascondere la realtà dei fatti: la Reggina oggi ha giocato malissimo, è andata alla conclusione soltanto poche volte e senza mai impensierire il portiere avversario Bressan. Ci sono due aspetti fondamentali da considerare, il non gioco e gli errori individuali.

Per quanto riguarda l'impostazione tattica della squadra, non abbiamo niente da rimproverare al mister Iaconi, il 3 4 3 adottato finora, ha portato buoni risultati. Oggi, però, abbiamo visto una squadra diversa rispetto alle precedenti, una squadra priva di combattività, priva di idee, priva di carattere. Domanda: sarà solo una questione mentale? Oppure c'è dell'altro?

Oggi, la stanchezza dei nostri giocatori era palese, una stanchezza mentale più che altro. Il Sassuolo ha fatto un pressing asfissiante in tutte le zone del campo e noi siamo stati impreparati, soffocati da un onda di dinamismo che i giocatori emiliani hanno avuto. Non credo ad una stanchezza fisica dovuta ai troppi impegni, i reparti che hanno fatto peggio sono stati: difesa e attacco, e i due terzi di questi erano composti da giocatori che ad Ascoli non hanno giocato, vale a dire: Lanzaro e Cascione in difesa e Cacia e Brienza in attacco.

Proviamo ad analizzare adesso il non gioco di oggi. Per carità, non è che nelle precedenti partite abbiamo fatto un gioco ai livelli del Barcellona, ma dei miglioramenti si erano evidenziati, oggi invece, abbiamo fatto due passi indietro. Sicuramente, lo stato di forma dei singoli, influisce non poco sulla qualità del gioco amaranto, partiamo dicendo che, oggi, il reparto offensivo è stato inesistente. I vari Brienza, Pagano e Cacia, sono stati imbarazzanti, la perdita per infortunio di Bonazzoli si è fatta molto sentire. Ma se a Pagano (che ha tirato la carretta fino adesso) possiamo perdonare una partita non il linea con il rendimento finora dimostrato, Brienza e Cacia sono dei veri punti interrogativi. Irriconoscibili.

Ho sempre pensato che la nostra squadra potesse rendere di più in trasferta, in quanto a centrocampo non ha degli elementi in grado di impostare l'azione e che si inseriscono negli spazi che, eventualmente, un buon attacco concede con una serie di movimenti. La nostra mediana dispone di ottimi incontristi: Carmona, Barillà, Morosini, ma che in fase di impostazione lasciano a desiderare. Buoni cacciatori di palloni dunque, ma che non hanno la qualità per inserirsi senza palla e fare qualche gol.

Un altro aspetto da analizzare e che ho accennato sopra, sono gli errori individuali dei nostri calciatori, errori che spesso ci costano l'intera posta in palio. Dall'inizio del campionato abbiamo assistito ad una marea di errori soprattutto in difesa, oggi l'ennesima gaffe fatta da Santos, sia sul primo gol in compartecipazione con Cassano, sia sul secondo gol, dove litiga con la palla concedendo a Noselli la possibilità di insaccare indisturbato. C'è da dire che Iaconi ha avuto il coraggio di escludere sia lui che Valdez nelle precedenti partite, ma per infortuni e squalifiche li ha dovuti riproporre obbligatoriamente in campo. La linea da seguire è far giocare i più motivati.

Non possiamo sorvolare sull'argomento Cassano, ottimo tra i pali, ma disastroso nelle uscite. Non conosciamo i motivi della società, ma, a noi, ci viene spontanea una domanda: era necessario vendere Puggioni? La scelta degli uomini mandati in campo da Iaconi merita delle osservazioni: il tecnico sta facendo giocare Morosini come esterno destro di centrocampo, un giocatore che riesce a ricoprire quella posizione grazie alla sua intelligenza tattica nonostante non abbia un passo da esterno, da qui una mia considerazione specialmente per le partite casalinghe: non avendo mediani abili negli inserimenti è il caso di far giocare sulla fascia un esterno di ruolo, in modo da avere uno sbocco offensivo, un pò come la Reggina di Mazzarri che non aveva mediani di qualità e che puntava tutto nel gioco sulle fasce.

Oggi non mi è piaciuta la disposizione della linea difensiva, troppo schiacciata nella nostra metà campo, impensabile poter far gol tenendo la squadra lunghissima. Una squadra come la Reggina deve giocare, soprattutto in casa con la difesa schierata sulla linea del centrocampo, in modo da attaccare l'avversario nella sua metà campo e non come oggi che, è successo praticamento l'opposto.

Concludo dicendo che un giocatore come Simone Missiroli deve giocare sempre, unico centrocampista bravo negli inserimenti, forte di testa, combattivo, tenace, attaccato alla maglia. Oggi, con il suo ingresso, nonostante l'inferiorità numerica, in avanti abbiamo visto qualcosa.

La sconfitta di oggi, però, non deve farci commettere l'errore di esplodere contro la squadra la nostra delusione, sarebbe un errore grosso e che non possiamo permetterci. La serie B ci insegna che, tenendo i nervi saldi, correggendo gli errori che le sconfitte evidenziano, gli obiettivi importanti si possono ancora raggiungere. Buona festa dell'Immacolata a tutti.
Reggina: è notte fonda
16.01.2010 22:37 di Rosario Ligato   articolo letto 414 volte
Il presidente facente funzioni, Lillo Foti
Il presidente facente funzioni, Lillo Foti
© foto di Federico De Luca
"Allegriaaa" Così esordiva Mike Bongiorno nelle sue trasmissioni. Noi, in ambito calcistico, nel nostro ambiente reggino, come potremmo esordire se non con la parola "tristezza". Si, stasera siamo molti tristi, è vero, è sempre una partita di calcio che non ha a che vedere con i veri problemi della vita, ma, molti hanno un solo modo per dimenticare certi problemi, le difficoltà che la vita stessa ci propone, ovvero, la passione per la nostra squadra del cuore: la Reggina.

Lillo Foti, al termine dell'incontro che ha visto la Reggina inchinarsi a sua maestà Cesena, ha detto di non avere la bacchetta magica e di non sapersi spiegare il perchè di quest'annata così disastrosa. Noi, dall'esterno, ci limitiamo a dire che:" puoi attaccare quanto vuoi, ma se alla prima azione avversaria ti becchi un gol per defezione della difesa, sei destinato a perdere sempre".

Stasera ci tocca commentare l'ennesima sconfitta, un "Granillo" espugnato per l'ennesima volta, in questa occasione è toccato al Cesena, un ottima squadra, per carità, ma che un anno fa giocava in prima divisione, e il suo miglior giocatore prende il nome di Bucchi, calciatore scartato da tutti.

Non solo il presidente Foti è incredulo e non riesce a capire come mai questo fallimento, anche i molti tifosi amaranto non si capacitano di questa situazione, sono delusi, affranti, tristi, avrebbero voluto un altro tipo di interpretazione in campo da parte di quei calciatori su cui la società amaranto aveva puntato. Calciatori con contratti onerosi, pesanti da sostenere per le casse di un ingenua società come la Reggina.

In campo, purtroppo, i nostri giocatori non mordono, si fanno dribblare come birilli da avversari sulla carta inferiori, nemmeno in serie A abbiamo visto questa netta differenza con le nostre rivali. Oggi, il Cesena, il Lecce, l'Empoli, l'Ancona, ci sembrano il Real Madrid. Difendere la categoria potrebbe diventare un impresa.

Una debacle venuta da lontano, mascherata da avvenimenti fortunosi che hanno nascosto i tanti errori commessi dalla società negli anni, non ultimo, un mercato fatto senza cognizione di causa, senza giudizio, col solo intento di pescare calciatori a 2 lire e rivenderli a 3. Ma non sempre le ciambelle riescono col buco, e il mercato estero si è rivelato un fallimento, lo stesso Foti ha riconosciuto questo errore.

Non approviamo nemmeno che una società di calcio di serie A ( all'epoca) possa condurre operazioni di mercato senza un vero personaggio addetto al settore, il presidente Foti negli anni, è diventato un presidente facente funzioni, pensando di riuscire a fare tutto da solo, e quando tutto è andato perso (con la retrocessione in B), ha ripiegato su Gabriele Martino, quest'ultimo non all'altezza di situazioni di ambito professionistico.

Tornando al presente, possiamo dire che, dopo l'ennesima figuraccia, Ivo Iaconi deve essere esonerato. Non è ammissibile che, in una partita intera, e dove la squadra è in difficoltà, il suo tecnico non cerchi quantomeno di far finta di sbraitare un pochino. Niente di tutto questo, Iaconi è al capolinea, l'effetto sperato dopo la sua chiamata si è dissolto dopo 12 partite. Urge un cambio immediato per non disperdere quel poco che abbiamo.

La squadra vista oggi, è la perfetta fotocopia di quella vista in tutte le partite precedenti. Buona partenza che dura non più di 20 minuti, ma che dopo il primo pugno va al tappeto e non si rialza più. Gli innesti di Tedesco e Fiorillo logicamente non possono risolvere quei problemi che sono più nella testa che nelle gambe, anche se, una difesa così, è degna solo di partecipare ad un campionato nazionale dilettanti. Serviranno quantomeno 3 difensori per poter affrontare una partita con tranquillità, 3 difensori per non far venire il dolore al cuore del tifoso che, con molta pazienza si accinge a vedere la partita in tv.

Siamo stanchi, delusi dal presidente e dai giocatori. Il primo per non aver saputo creare un progetto reale, vero, costruito su basi solide e non sulla sabbia come dimostrato in questi ultimi tempi; dai giocatori, perchè non hanno mai amato la maglia che indossano, perchè non si sono mai sacrificati per la causa reggina. Da questa situazione, escono a testa alta i tifosi, che stanno subendo tante umiliazioni e delusioni, ma che nonostante ciò, sono sempre presenti e senza mai risparmiare la voce e gridare "Forza Reggina".
Poker Amaranto
29.11.2009 19:48 di Rosario Ligato   articolo letto 322 volte
Una buona Reggina supera nettamente un Brescia penalizzato dall'espulsione di Bega dopo 38 secondi, reo di aver commesso un fallo da ultimo uomo che per la Reggina voleva dire calcio di rigore che Pagano trasformava abilmente. Due gol per tempo che hanno annichilito la compagine lombarda, quest'ultima, nonostante l'uomo in meno, ha pressato fino a che ha potuto, ma alla fine l'inferiorità numerica si è fatta sentire.



Vittoria doveva essere e vittoria è stata dunque. Iaconi ha dovuto fare a meno di Brienza a causa di un attacco febbrile e inseriva Missiroli nel tridente offensivo insieme a Bonazzoli e Pagano, a centrocampo Morosini veniva confermato a destra con Carmona e Barillà mediani e Rizzato a sinistra, a difendere la porta di Cassano il tecnico schierava Lanzaro, Cascione e Costa, con Valdez e Santos finalmente accomodati in panchina.



Oggi, tutti noi avremmo firmato per una vittoria che poteva venire anche da una prestazione negativa, l'ambiente lo esigeva, i calciatori stessi volevano i 3 punti per poter leggere sui giornali una posizione di classifica migliore, una vittoria che doveva servire per alzare un morale basso e affranto. La vittoria è arrivata, giocando anche un calcio piacevole direi.



Valutando le singole prestazioni dei giocatori, non possiamo non evidenziare lo stato di forma di Pagano, giocatore che, più di tutti, ha beneficiato dal cambio di allenatore. Iaconi lo impiega su tutto il fronte d'attacco del tridente offensivo, lui si trova alla grande, è mobile e veloce, salta l'uomo e conclude in porta, aiuta il centrocampo e riparte, un jolly di qualità. Bonazzoli ha il merito di procurarsi il calcio di rigore ma non è al meglio e si vede. Missiroli fa un gran lavoro di raccordo fra centrocampo e attacco, ha un buon passo e di testa le prende tutte, dà molta sostanza al reparto. Il nostro Simone dovrebbe giocare sempre.



A centrocampo Carmona e Barillà ( che finalmente qualcuno ha capito dove farlo giocare) sono una diga insormontabile, anche se a volte il cileno perde palloni che potrebbero rivelarsi molto pericolosi essendo in una posizione di campo molto particolare. A destra Morosini, nonostante non sia il suo ruolo, gioca una partita egregia, in fondo, un giocatore dall'intelligenza tattica sopraffina come la sua, può giocare ovunque, a sinistra Rizzato è un cavallo di battaglia, vola sulla fascia e affonda in continuazione, da sue azioni arrivano 2 dei 4 gol messi a segno oggi, un ottimo esterno sinistro.



La difesa è ben registrata dall'ottimo Cascione, che, supportato ottimamente da Lanzaro e Costa, non concede quasi niente agli attaccanti lombardi. I gol di Cascione e Lanzaro sono la ciliegina sulla torta di questo reparto tanto bistrattato per i troppo errori commessi fin ora, un reparto che potrebbe aver trovato la quadratura del cerchio. Cassano, anche se oggi non è stato quasi mai impegnato, denota una certa timidezza nelle uscite.



Per carità, nessuno pensa che questa vittoria può nascondere tutti i problemi che questa squadra ha: e così come non abbiamo pensato che questa squadra fosse scarsa quando perdeva partite a ripetizione, non pensiamo nemmeno che questa squadra sia diventata forte dopo una vittoria. C'è da lavorare ancora molto, sia sul piano tattico, sia sul piano psicologico, il mister deve essere bravo a ricaricare quei calciatori che devono e possono fare la differenza, e mi riferisco a Brienza, Bonazzoli, Cacia, Volpi. La B insegna che per vincere, bisogna avere un grande spirito di sacrificio, quel sacrificio che oggi, i vari Lanzaro, Barillà, Missiroli e Pagano hanno dimostrato.



Dicembre è un mese importante per questa squadra, dobbiamo rimanere tutti uniti: tifoseria, media, società, squadra, affinchè si possa creare quel clima compatto e sereno, che in campo si traduca in vittorie e punti da mettere in cascina per arrivare alla sosta natalizia con un distacco minimo dalla zona play off. Un distacco che, ad oggi, ribadisco, può essere colmato, i tifosi hanno il diritto di crederci, perchè, caro popolo amaranto, amici e simpatizzanti, i fiori si raccolgono in primavera.
L'angolo della tattica
03.10.2009 13:53 di Redazione .   articolo letto 140 volte
La Reggina e' una squadra che e' ancora in cerca della propria identita'.il 4 4 2 modulo caro a Novellino non e' stato ancora assimilato come il tecnico vorrebbe,complice anche una condizione fisica precaria,l'infortunio di Brienza ha penalizzato non poco la compagine dello Stretto,i meccanismi di gioco non sono fluidi e la manovra sembra lenta e prevedibile,la vittoria sul Piacenza ha dato morale a tutto l'ambiente Amaranto,che si sta calando nella dura realta' della serie B,la partita di oggi sara' una vera e propria battaglia,manchera' ancora Brienza,unico attaccante in grado di saltare l'uomo creando superiorita' numerica,Novellino si affidera' ancora una volta a Bonazzoli e Cacia,nella speranza che non vengano lasciati in balia dei difensori corazzieri del Modena che niente lasceranno sulle palle alte,bisognera' sfruttare il momento d'oro del Reggino purosangue Missiroli,giocatore in grado di fare la differenza soprattutto negli inserimenti,la retroguardia Amaranto avra' il difficile compito di respingere gli assalti di Bruno e compagni,pericolosissimi sulle palle alte.
Ci vorra' tanta pazienza,tenere il pallino del gioco e la maggiore qualita' tecnica della Reggina fara' la differenza,bisognera' tenere la squadra corta con i due mediani Carmona e Morosini a protezione della difesa,sfruttando in maniera cinica le occasioni da gol che la difesa Modenese in qualche modo concedera',sara' importante tenere i nervi saldi,non cadendo nelle provocazioni in un ambiente che si prospetta caldissimo 

(A cura di Rosario Ligato)
La Reggina tra "l'incudine e il martello"
11.12.2009 19:29 di Rosario Ligato   articolo letto 286 volte
Oggi, questa metafora, vuole rappresentare un dubbio, un'incertezza, un "questo piuttosto che quello", una posizione intermedia in attesa di movimento verso i due estremi, opposti tra di loro. Tanti anni fa invece, l'incudine e il martello erano una tattica, chiamata appunto: "La tattica dell'incudine e martello". Fu inventata da Alessandro Magno, (dal latino Magnus che significa Grande) detto anche: Alessandro il Conquistatore, nonchè Re di Macedonia, Re dei Re. Alessandro Magno è stato uno dei più grandi conquistatori, nonchè un abile stratega.

La tattica dell'incudine e martello consiste in una manovra di accerchiamento compiuta da: truppe molto mobili, che attaccano i fianchi e il retro dello schieramento nemico e da truppe più statiche, che assalgono il nemico frontalmente. E' stata una tattica che ha permesso al Re di Macedonia di conquistare in soli 12 anni l'Impero Persiano e l'Egitto. Erano gli anni 333 a.c.

La metafora in oggetto vuole descrivere un momento non felice della nostra squadra, sia nel valore che diamo oggi alla metafora stessa, sia per quello che rappresentava "l'incudine e martello" ai tempi di Alessandro il Macedone. Non sono qui per fare una lezione di storia bensì per analizzare l'altalenante campionato della nostra Reggina.

Nessuno di noi  si sarebbe aspettato che, nel mese di dicembre, dopo 17 partite disputate, la Reggina occupasse una posizione di classifica deficitaria. Una squadra che, dopo l'amara retrocessione dello scorso anno, si presentava ai nastri di partenza come favorita numero 1, insieme al Torino, per la vittoria del campionato cadetto.

I presupposti per un campionato di vertice c'erano tutti. Il presidente Foti affidava la squadra ad un esperto in promozioni, alias Walter Alfredo Novellino, confermando in rosa i vari Valdez, Santos, Carmona, Brienza, Lanzaro, Costa, e facendo un calciomercato da protagonista, portando in riva allo stretto calciatori che sulla carta avrebbero dovuto fare la differenza in serie B. Calciatori del calibro di: Cassano, Capelli, Rizzato, Buscè, Bonazzoli, Cacia, Morosini.

I conti, però, si fanno sul campo, e la carta diventa solo un illusione che colpisce la testa delle migliaia di tifosi amaranto che, dopo tutte queste premesse, pensavano di fare un campionato di vertice all'insegna del divertimento. Oggi, 11 dicembre 2009, dobbiamo fare i conti con la realtà, siamo una squadra che non ha una propria identità. Non ce l'aveva prima con Novellino, non ce l'ha adesso con Iaconi, anche se con quest'ultimo si sono evidenziati dei miglioramenti.

La Reggina è tra l'incudine e il martello. Un momento del suo campionato dove non è chiaro il ruolo che andrà ad occupare da adesso fino alla fine di questo torneo. Dopo Ascoli, sarebbe bastato fare l'emlplein nelle 2 partite casalinghe per proiettarsi verso le posizioni che contano. Dopo la sconfitta col Sassuolo, un altro passo falso contro la Triestina, vorrebbe dire cominciare a guardarsi le spalle in attesa di gennaio, dove una rivoluzione potrebbe essere indispensabile. Uso il condizionale, perchè, credo in questo gruppo e sulle sue potenzialità.

L'aspetto più importante, che ritengo sia stato la vera forza della Reggina calcio nel corso della sua storia e che ultimamente è venuto a mancare, sta nell'importanza che hanno i tifosi nel saper trascinare la squadra e portarla al raggiungimento di risultati egregi. Il pubblico amaranto si è distinto negli anni per: calore, affetto, abnegazione, capacità di stimolare una squadra che spesso ha dato più di quanto i suoi valori tecnici in campo potessero dare. Ricordiamo tutti i campionati vinti in serie C1, le salvezze nella serie B degli anni 90, fino alla meravigliosa promozione del 14 giugno del 1999 in uno stadio "Delle Alpi" gremito di tifosi reggini.

La tifoseria amaranto è stata riconosciuta in tutta Italia come parte integrante ai fini dell'ottenimento di risultati importanti che la Reggina è riuscita a raggiungere nel corso degli anni, e se anche non ha conquistato imperi come il condottiero Alessandro Magno, nel suo piccolo, usando la tattica dell'incudine e martello, (dove per incudine si intende la squadra e per martello la forza dei suoi tifosi, con l'avversario che, stretto in questa morsa, annunciava la resa e veniva sconfitto) ha raggiunto importanti traguardi come 9 campionati di massima serie disputati e tante soddisfazioni.

Ultimamente, nel tifo amaranto qualcosa è cambiato, non è facile capire i problemi che hanno portato a questa situazione che, sicuramente non giova a nessuno. La Reggina ha bisogno dell'affetto del suo pubblico. Bisogna capire in primis che i calciatori sono prima di tutto esseri umani, possono sbagliare, specialmente in condizione di forte stress in cui vengono sottoposti durante le partite.

Mi riferisco specialmente all'episodio Cassano, un ragazzo che sa di non aver dimostrato finora il suo valore e che va aiutato nonostante le frasi indelicate rivolte al pubblico, frasi che sicuramente non avrebbe voluto dire, un gesto che è figlio di emozioni di rabbia e sconforto che in quel momento il portiere stava provando. E' impensabile, però, raggiungere dei risultati importanti senza il supporto dei tifosi, quest'ultimi hanno un ruolo fondamentale per il prosieguo del calcio a Reggio Calabria.

Tutti uniti dunque, per un unico intento. Forza Reggina
Il punto: onore all'Inter e ai suoi primati
21.12.2009 21:50 di Rosario Ligato   articolo letto 106 volte
Lo "Special One"
Lo "Special One"
© foto di Giacomo Morini
Arriva il periodo delle festività natalizie e come di consueto la serie A si ferma. Una pausa, tanto desiderata da tutti. Arriva infatti in un momento dove le temperature sono ben al di sotto dello 0. Davvero difficile poter giocare con questo clima, I campi ghiacciati determinano problematiche varie ai calciatori, strappi muscolari e stiramenti solo per citarne alcuni.

Si va in vacanza con l'Inter che mantiene la vetta della classifica con 39 punti. La squadra di Mourinho sembra avere un altro passo rispetto alle inseguitrici. La coppia Eto'o Milito sforna dal cilindro i gol che servono per volare in alto e distaccare le rivali. L'Inter chiude il 2009 con tanti primati: 0 sconfitte interne, 81 punti realizzati, 75 reti segnate, solo 5 sconfitte subite.

L'ultimo turno di campionato ha visto il Catania imporsi sul campo della Juventus, non accadeva dal 7 aprile del 63, i bianconeri sono in crisi di identità, la difesa non riesce a respingere gli assalti degli avversari, il centrocampo non tampona come dovrebbe e non supporta l'attacco, quest'ultimo non incide più di tanto. L'assenza di Iaquinta si fa sentire, anche se, le maggiori colpe di questa crisi sono da attribuire a Ferrara, un tecnico poco esperto per allenare in una piazza che ha l'esigenza di vincere.

L'unica squadra che, ad oggi, sembra avere le potenzialità per contrastare i nerazzurri è il Milan. La squadra di Leonardo sembra aver trovato una soluzione tattica che sta portando buoni risultati, il 4 2 1 3 incanta per occasioni da gol create, anche se espone la squadra a molti contropiedi che mettono a dura prova l'ottima coppia di difesa formata da Nesta e Silva.

La cura Ranieri funziona, la Roma battendo il Parma all'Olimpico, diventa la quarta forza del torneo. Il nuovo anno ci dirà se i giallorossi continueranno su questa scia di risultati positivi che la vedono prima nelle ultime 7 partite giocate. Dal canto suo, il Parma, subisce una battuta d'arresto che non intacca il morale della squadra del presidente Ghirardi visti i 28 punti in graduatoria.

Se Ranieri ha trasformato la squadra della Capitale, non possiamo non ammirare lo straordinario campionato del Napoli da quando Mazzarri si è insediato sulla panchina partenopea. I 27 punti in classifica rappresentano un punto di partenza, un fortino che permette di disputare un campionato di alto livello, puntando, magari, a quacosina in più dell'Europa League. Sotto l'albero di Natale, Mazzarri potrebbe trovare quell'esterno sinistro che gli manca per completare la sua opera.

Ottimo campionato fin qui disputato anche da Palermo, Bari e Sampdoria. Sicuramente il patron dei rosanero Zamparini pretende sempre qualcosa in più, ma in un campionato difficile come la serie A, non bisogna dare niente per scontato.

Un discorso a parte lo merita la Fiorentina di Prandelli: anche se in campionato non occupa le prime posizioni di classifica, va dato atto ai viola di aver disputato un girone di Champions ad alti livelli, eliminando addirittura il Liverpool di Rafa Benitez. La champions, si sa, porta via tante energie, mentali soprattutto, difficile pensare di poter primeggiare in entrambe le competizioni.

Il Genoa di Gasperini si conferma una squadra fortissima di fronte al proprio pubblico, 5 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta, segnando 20 gol, miglior attacco nelle partite casalinghe. In trasferta, il "grifone" dovrebbe invertire la rotta per poter ambire a posizioni migliori.

Lieta sorpresa di questo campionato è il Chievo di Di Carlo che sta giocando un calcio piacevole, un calcio che ha portato tante belle vittorie che permettono ai clivensi di avere ben 15 punti in più rispetto allo scorso anno. Un bel bottino che potrebbe permettere di raggiungere, con meno affanno, quella salvezza che vale quanto uno scudetto. Stesso discorso per il Cagliari di Allegri che continua sulla scia di risultati positivi, ripetendo il campionato della scorsa stagione. La salvezza non dovrebbe essere un miraggio.

Serse Cosmi ha cambiato la mentalità del Livorno, la squadra è viva e gioca un buon calcio, un gioco improntato sulla corsa e sulle ripartenze. Se il campionato finisse oggi, gli amaranto sarebbero salvi. Grande merito dunque al tecnico di Perugia. Un altro allenatore che è subentrato a campionato in corso e che sta facendo un buon lavoro è Franco Colomba: quest'ultimo ha il merito di aver tirato fuori il Bologna dalla zona retrocessione. I rossoblù dovranno lottare per la salvezza fin all'ultima partita di campionato.

Le vere delusioni di questo campionato sono Udinese e Lazio. I friulani stanno rendendo al di sotto delle loro potenzialità, Marino è alla porta e il prossimo passo falso vorrebbe dire esonero. Una squadra composta da Felipe, Zapata, D'Agostino, Inler, Pepe, Di Natale, Asamoah, Sanchez, Lodi, dovrebbe lottare per la champions. La Lazio paga la cattiva gestione di Lotito, uomo calcisticamente incompetente.

Lotteranno fino alla fine per la permanenza in serie A : Atalanta, Catania e Siena. Quest'ultima pare avviata verso una retrocessione scontata vista la poca qualità dell'organico a disposione.

In attesa del campionato che riprenderà mercoledì 6 gennaio, auguro a tutti i lettori di tuttoreggina.com un buon Natale e un felice anno nuovo.
Il prossimo avversario: il Lecce
26.10.2009 19:45 di Rosario Ligato   articolo letto 90 volte
Martedì 27 Ottobre, allo stadio “Via del mare” di Lecce, si disputerà il recupero della 9a. Giornata di campionato di serie B tra la formazione di casa e la Reggina.
Sarà una partita che vedrà di fronte due squadre con lo stato d'animo diverso e opposto, il Lecce viene infatti dalla “super” vittoria nel derby di Gallipoli, un momento di forma eccezionale per la squadra di De Canio che dopo un inizio di campionato difficile, si è calata nella mentalità della serie B. La Reggina dal canto suo, dopo l'esonero di Walter Novellino e il successivo ingaggio di Iaconi, cercherà di sfruttare al meglio gli stimoli che si creano dopo un cambio di allenatore. Vincere: per risollevare un morale sotto i tacchi, per far tornare il sorriso a tutti i tifosi amaranto che, tutto si aspettavano, tranne di avere 9 punti in classifica dopo 11 giornate di campionato. Vincere per allontanarsi dalla zona retrocessione e perchè no, tornare a sperare nella serie A.

Il Lecce è una squadra che naviga a ridosso delle prime posizioni, 4 punti infatti separano i “salentini” dal Frosinone che mantiene la vetta della classifica con 21 punti.
Il curriculum del Lecce : 3 vittorie casalinghe contro Ancona, Mantova e Salernitana, 2 vittorie in trasferta: a Trieste e Gallipoli, 2 pareggi tutti per 0-0, uno in casa col Crotone e uno in trasferta sul campo del Modena. Le sconfitte invece sono 3: in ordine Piacenza, Frosinone in casa e Cittadella, subendo sempre 3 gol.

La rosa del Lecce si avvale di calciatori di qualità guidati da un ottimo tecnico che prende il nome di Gigi De Canio, ex allenatore della Reggina. La squadra del presidente Semeraro ha come obiettivo la vittoria del campionato.

De Canio è un tecnico che ama far giocare la squadra in modo offensivo, tecnico di lungo corso, ha allenato molte squadre, tra le quali: Siena, Lucchese, Pescara, Udinese, Napoli, Reggina, Genoa, QPR, dal 2009 è sulla panchina del Lecce, accettando anche la sfida della serie B. In queste prime 10 partite disputate ha fatto girare molto i giocatori a disposizione, non tralasciando mai la sua mentalità offensiva, (in senso calcistico) che lo contraddistingue.

A mio modo di vedere, il Lecce ha le qualità necessarie per tornare in serie A, dopo il Torino ha la rosa più forte insieme alla Reggina, De Canio può contare su giocatori di valore come gli attaccanti Marilungo e Corvia, i centrocampisti: Vives, Giacomazzi, Edinho, Defendi; i difensori: Angelo, Belleri, Terranova, Giuliatto, Fabiano,Schiavi, senza dimenticare che la panchina è ricca di qualità, i vari Bergougnoux, Baclet, Mesbah, Lepore, Digao, non sono certamente da sottovalutare.

Il 4 3 1 2 è uno dei tanti moduli utilizzati da De Canio, il tecnico ha come sua costante la difesa rigorosamente a 4 e disposta a zona, con gli esterni che devono spingere in continuazione, contro la Reggina saranno Angelo a destra e Giuliatto a sinistra, il brasiliano è un giocatore estremamente veloce. A centrocampo e in attacco De Canio varia modo di gioco a seconda degli uomini a disposizione, i vari Giacomazzi, Edinho, Vives, sono tutti calciatori che affondano centralmente e si inseriscono molto bene negli spazi, in avanti De Canio ha tantissime soluzioni: all'inizio del campionato si sono esaltati Baclet e Defendi, adesso il tecnico cercherà di sfruttare l'ottimo momento di forma di Marilungo e Corvia.

La Reggina non dovrà sicuramente aspettare l'avversario nella propria area di rigore pensando di giocare di rimessa perchè sarebbe un “suicidio” visto il potenziale offensivo dei salentini, la squadra di Iaconi dovrà cercare di fare la partita cercando di tenere sempre il pallino del gioco, una partita che a mio avviso, vedrà l'aspetto psicologico della Reggina prevalere sull'avversario.

Probabile formazione 4 3 1 2
Rosati; Angelo, Schiavi, Terranova, Giuliatto; Vives, Giacomazzi, Edinho; Lepore; Corvia, Marilungo.
Conosciamo meglio l'Empoli
05.11.2009 23:37 di Rosario Ligato   articolo letto 90 volte
Vannucchi, all'Empoli dal 2002
Vannucchi, all'Empoli dal 2002
L'anticipo della 13a giornata che si disputerà al "Castellani" di Empoli, vedrà di fronte la squadra di casa e la Reggina, quest'ultima, rinfrancata dalla cura Iaconi, in cerca del colpaccio per riportarsi in posizioni di classifica che le competono.
 
Una vittoria ad Empoli permetterebbe alla squadra del presidente Foti di portarsi a 3 sole lunghezze dalla squadra toscana che staziona a quota 18. Non sarà facile, la compagine del presidente Corsi è un ottima squadra, guidata da un bravissimo tecnico che ama giocare a viso aperto, Sasà Campilongo da Napoli che dopo aver giocato in tantissime squadre, dal 2002 ha iniziato la carriera di allenatore e con ottimi risultati.


Da giugno di quest'anno è l'allenatore dell'Empoli. Fino ad oggi ha ottenuto 18 punti in 12 incontri, frutto di 5 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte, la squadra toscana in casa e' un rullo compressore, 5 vittorie ed un pareggio al "Castellani", 16 gol fatti ( più di tutti) e 7 subiti, con la Reggina la prima sconfitta?


Tra le file dei toscani militano giocatori di categoria superiore: Vannucchi, Eder, Marianini, Saudati, sono calciatori che possono fare male in qualsiasi momento, il portiere Bassi è il muro dei toscani, davvero insuperabile. La rosa dei toscani è ricca di giovani di belle speranze, Valdifiori, Vinci, Angella su tutti.


Campilongo dispone la sua squadra con un 4 3 1 2 molto offensivo, contro la Reggina, a difendere la porta di Bassi, da destra verso sinistra agiranno: VinciAngella (ha la febbre, è pronto Cupi) , Kokoszka e Tosto; i tre mediani saranno: Musacci, Valdifiori eMarianini: dietro le punte, che saranno Saudati e Coralli, agirà Vannucchi. Partirà dalla panchina il forte attaccante Eder che ha recuperato e si è allenato con il gruppo, mentre solo tribuna per il neo acquisto Stovini.


Non sarà facile ma la Reggina ha tutte le qualità per espugnare il "Castellani", tutto fa pensare che sarà una grande partita all'insegna dei gol.