mercoledì 11 maggio 2011

COPPA ITALIA: IL PALERMO E ' LA PRIMA FINALISTA, BATTUTO IL MILAN

PALERMO-MILAN 2-1 (p.t. 0-0) (and. 2-2)
Stadio "Renzo Barbera" di Palermo, ore 20.45 di martedì 10/5/2011

Il Palermo vola verso una storica finale di Coppa Italia: si giocherà a Roma il prossimo 


PALERMO (4-3-2-1): Sirigu;  Cassani, Goian, Bovo, Balzaretti; Migliaccio, Acquah (34' Bacinovic), Nocerino; Ilicic, Pastore (76' Munoz); Hernandez (83' Pinilla)
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Thiago Silva, Nesta (80' Cassano), Antonini (45'+1' Bonera); Van Bommel, Pirlo, Flamini; Seedorf (65' Ibrahimovic); Robinho, Pato

ARBITRO: Rocchi
RETI: 63' Migliaccio (P), 73' rig. Bovo (P), 94' Ibrahimovic (M)
AMMONITI: Bacinovic, Balzaretti, Cassani (P), Ibrahimovic (M)
ESPULSI: 73' Van Bommel (M) per fallo su avversario in possesso di chiara occasione da rete; 75' Bovo (P) per grave fallo di gioco
Niente doppietta Campionato-Coppa Italia, i freschi campioni d'Italia del Milan cedono il passo al Palermo che raggiunge la finale di Coppa per la terza volta e dopo 32 anni e domani conoscerà chi tra Inter e Roma gli contenderà il Trofeo nazionale il prossimo 29 maggio all'"Olimpico" romano. 
Poco più di 33 mila spettatori al "Barbera", non è il record di presenze atteso, segno che i tifosi rosanero sono davvero delusi dalla stagione dei loro beniamini. Palermo a una punta, Hernandez, più Ilicic e Pastore a sostegno, a centrocampo il giovane Acquah preferito da Mister Delio Rossi a Bacinovic  che lo toglierà per scelta tattica dopo 34 minuti. Nel Milan c'è Nesta, che ha recuperato da un fastidio muscolare, e tornano titolari Pirlo e Pato. Gattuso è squalificato, Zambrotta infortunato, Ibrahimovic parte dalla panchina ed è sostituito da Robinho. 
Primo tempo guardingo del Palermo che, in avvio, vede le streghe quando Robinho ha la palla per sbloccare il match ma la spara alle stelle. Fortunatamente per i rosanero succede poco altro, i neocampioni d'Italia fanno gran possesso palla ma Sirigu, al di là di una parata su tiro violento defilato dalla destra di Flamini, rischia poco. 
Più movimentata la ripresa, rosanero più spregiudicati e Milan poco incisivo. Al 63' Migliaccio, su corner dalla destra, si butta in tuffo e, con una capocciata da non dirsi, fa secco Abbiati che era un bel po' di tempo che non prendeva goals. Palermo in vantaggio, finale più vicina. Al 73' Pastore lancia deliziosamente Ilicic verso Abbiati, Van Bommel lo insegue e lo strattona in area di rigore. Per il sig. Rocchi non ci sono dubbi, rigore per il Palermo ed espulsione per fallo da ultimo uomo per il maratoneta olandese del Milan. Sul dischetto va Bovo, niente da fare per Abbiati. Il "Barbera" rigurgita di gioia per il 2-0, i "picciotti" siciliani adesso alla finale credono davvero. Non è che lo svantaggio solleciti più di tanto il Milan, nel quale nel frattempo è entrato Ibrahimovic al posto di Seedorf (male) nonostante l'inferiorità numerica A ridare fiato agli infiacchiti rossoneri ci pensa Bovo che "festeggia" il goal scalciando (involontariamente) in faccia il povero Pato (gara incolore). L'Arbitro lo punisce rimandandolo negli spogliatoi, si gioca di nuovo dieci contro dieci (75'). Poco dopo (81') Ibrahimovic si libera sulla destra dell'area siciliana e batte Sirigu con un rasoterra ma il pallone carambola prima sulla base del palo alla sinistra del portiere rosanero e poi su quello destro tornando in campo per poi essere allontanato da un difensore. Davvero jellato, lo svedese che, però, si rifà a tempo scaduto quando, dalla sinistra, infila in diagonale il goal del 2-1 finale. Troppo tardi per andare ai supplementari, la finale romana si tinge, per metà, di rosanero. Palermo anche anticipatamente in Europa League se l'altra semifinale, Inter-Roma, di mercoled' sera si risolvesse con la qualificazione dei nerazzurri.

Grande festa in Sicilia
Il Palermo vola verso una storica finale di Coppa Italia: si giocherà a Roma il prossimo 29 maggio, ad incontrare i rosanero una tra Inter e Roma (stasera il match di ritorno, all’andata 0-1 esterno per i nerazzurri). La squadra di Delio Rossi strappa il biglietto per l’agognata finalissima grazie al 2-1 di ieri sera, risultato sofferto ma meritato che fa il pari col prezioso 2-2 di San Siro, un paio di settimane fa, quando i siciliani riuscirono a strappare un pareggio con doppia marcatura in casa del Milan. Dopo un primo tempo contratto e contraddistinto per lo più da un importante, quanto sterile, possesso palla degli ospiti; nella ripresa i veri fuochi d’artificio.
Dopo una fase di studio in cui pare il Milan a fare la partita, vantaggio Palermo grazie a un colpo di testa di Giulio Migliaccio sugli sviluppi di calcio d’angolo. Si sbilancia il Diavolo, rispondono i palermitani che in contropiedi risolvono il match: fallo da ultimo uomo su Ilicic in area da rigore, espulsione per Van Bommel; tira Cesare Bovo, è 2-0. Due minuti dopo, però, è lo stesso Bovo a ristabilire la parità numerica per un fallo su Pato; entra Ibrahimovic, poi Cassano. Lo svedese colpisce un doppio palo stile Lazio, il Palermo regge, ancora Ibra accorcia le distanze. Ma siamo al 94°, vincono i padroni di casa e Delio Rossi non può che essere raggiante, alla seconda finale di Coppa Italia in tre anni:
“Questa squadra si è sacrificata tanto, ha lottato tanto e mi ha seguito. Se un allenatore non ha un gruppo di ragazzi che lo segue non ottiene certi risultati. Fino a mezzanotte festeggiamo la finale, poi inizieremo a pensare anche a quella partita. Perché ho tolto Pastore e non Ilicic? Perché Ilicic era meno stanco di Pastore. Il mio futuro lo costruisco con quello che sto facendo. Il lavoro di un allenatore si valuta non dai minimi risultati, ma dalla crescita di un ragazzo, dalla creazione di un gruppo. Adesso lasciamo che la gente si goda la vittoria e poi del mio futuro parleremo a fine stagione. Il cambio di Acquah? Gli tremavano un po’ le gambe, ma è normale per un classe 1993. Nell’arco dei 180’ abbiamo meritato la qualificazione. Se il Milan gioca con il Palermo e reclama un mezzo rigore, significa che noi abbiamo fatto una gran partita. Zamparini era molto contento, è anche merito suo questa vittoria”. 
La prende con filosofia invece Massimiliano Allegri:
“Il fatto che Ibrahimovic ci abbia dato un punto di riferimento davanti era normale, ma perché ha caratteristiche diverse da Robinho e Pato. Però non potevo rischiarlo perché era uscito malconcio dal pareggio di sabato a Roma. Stesso discorso per Boateng. Il mio obiettivo era tenere la sfida in equilibrio e pensare di poterla decidere con i cambi. Purtroppo abbiamo preso il gol e poi siamo anche stati sfortunati. Ma ai ragazzi non posso dire nulla. Il Palermo ha fatto una buona partita, anche un buon primo tempo. Abbiamo fatto il possibile, ma non abbiamo sfruttato le occasioni che abbiamo avuto. Il rigore su Ibrahimovic? Se l’arbitro ha deciso così ha fatto bene. Certo che rivedendo l’azione sarebbe stato rigore più espulsione. Ma si vede che l’arbitro non ha visto. I meriti del Palermo però non li toglie nessuno. Ha fatto un’ottima gara, impostata sulla ripartenza e l’ha fatto nel migliore dei modi”.
Complimenti al Palermo, ma bravo anche il Milan che dopo i bagordi di Roma non si è risparmiato e ha giocato una partita votata all’attacco e non lesinando cuore, polmoni e muscoli. Ma tant’è, in finale ci vanno i rosanero, il double agognato da Allegri resta un miraggio. Per la felicità dei cugini interisti. E del pubblico siciliano, of course.

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